Le emissioni prodotte dal trasporto marittimo, incidono in misura del 2 / 3% sul totale del gas serra del mondo come l'anidride carbonica, contribuendo al riscaldamento globale e agli effetti meteorologici estremi. Il trasporto marittimo, per merci o passeggeri è dunque una delle industrie più inquinanti del mondo: anidride solforosa, ossidi di azoto e particolato, sono in costante aumento.
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Porto Marghera, la bonifica incompiuta

Giovedì, 28 Gennaio 2016 21:24

di Ernesto Milanesi pubblicato su Il Manifesto il 27 gennaio 2016

Dopo gli arresti per il Mose, nel 2014, tutto si è fermato: ne fanno le spese gli abitanti della laguna. Tutti i dati nel report della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti: area senza «cintura di sicurezza», «varchi» nei terreni fanno passare il percolato inquinante. «Serve un intervento di Comune e Regione»

Oltre un miliardo di euro: è la rigenerazione, ancora incompiuta, di Portomarghera. L’emblema dell’inquinamento criminale della laguna, ma soprattutto il simbolo di un sistema che metabolizza risorse a senso unico e paralizza Venezia.

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di Antonio Marfella, pubblicato sul FattoQuotidiano Blog il 20 gennaio 2016

Gent.mo presidente Vincenzo De Luca, mi permetto di scriverle direttamente poche righe perché, martedì 19 gennaio 2016, il mio animo è stato ulteriormente ferito e rattristato dalle notizie riportate oggi dagli organi di stampa. Leggo che la SV si arrabbia con i poveri colleghi dell’Iss: null’altro hanno fatto che il proprio dovere seguendo le normali procedure nel pubblicare a settembre 2015 sul proprio Bollettino Istisan i dati prodotti sin dal luglio del 2014.

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di Gianfranco Amendola pubblicato su Il Fatto Quotidiano l' 8 gennaio 2016

Mentre, a fine anno, l’Italia soffocava nello smog, il governo, zitto zitto, che ti ha fatto? Ha approvato un bel decreto legge Milleproroghe con cui ha prorogato di un anno, al 1 gennaio 2017, la entrata in vigore dei limiti stabiliti dall’Europa per le emissioni dei grandi impianti di combustione, i quali avevano già avuto ben 10 anni di tempo (dal 2006 al 1 gennaio 2016) per adeguarvisi.

Quindi, per almeno un altro anno – fino al prossimo Milleproroghe – la nostra salute sarà ancora “tutelata” con dei limiti che, da tempo, sono stati ripudiati in sede europea perché ritenuti troppo blandi.

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di Serena Giannico pubblicato su Il Manifesto il 18 dicembre 2015

«Un autentico inganno. Gli emendamenti presentati dal governo alla legge di Stabilità 2016 ricalcano solo apparentemente i quesiti referendari. Essi, tra abrogazioni e aggiunte normative, mimetizzano e mascherano, in modo subdolo, il rilancio delle attività petrolifere in terraferma e in mare e persino entro le 12 miglia dalla costa». Il movimento No triv torna così all’attacco di Renzi, accusato di “barare”. E boccia le modifiche proposte dal suo esecutivo in materia di ricerca ed estrazione del petrolio. «I passaggi normativi del disegno governativo — scrivono in un documento i No triv — sono riassunti nell’abolizione del “Piano delle aree” (strumento di razionalizzazione delle attività oil & gas) e nella previsione di far salvi tutti i procedimenti collegati a “titoli abilitativi già rilasciati” — all’entrata in vigore della legge di Stabilità — “per la durata di vita utile del giacimento”».

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Documento approvato dall’assemblea pubblica svolta a Crotone il12 e 13 luglio 2014, promossa da Coordinamento nazionale No Triv “Difesa dei Beni Comuni e revisione della Costituzione”.

È in corso un attacco alla nostra Costituzione, alla nostra democrazia, ai nostri territori.

Il quadro complessivo delle riforme costituzionali, unitamente alla riforma della legge elettorale, delinea una svolta autoritaria, che vanifica il sistema delle garanzie costituzionali e lascia presagire uno scenario istituzionale, a seguito del quale i cittadini avranno meno capacità decisionale.

Noi non siamo contrari ad una ipotesi di revisione della Costituzione, ma siamo contrari a questa revisione, che compromette la democrazia, minandola negli organi di rappresentanza territoriale, e che favorisce la blindatura della casta partitica in Parlamento.

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inceneritore 

di Patrizia Gentilini, pubblicato sul BlogFattoQuotidiano.it  8 settembre 2015

Mercoledi 9 settembre davanti a Montecitorio dalle ore 10 alle 14, in occasione della Conferenza Stato-Regioni, si terrà un presidio contro il Decreto noto come Sblocca Italia, indirizzato in particolare a contrastare lo “sdoganamento” dell’incenerimento dei rifiuti. Come è ormai ben noto – e sottolineato a più riprese  anche dal Il Fatto Quotidiano –  lo Sblocca Italia prevede infatti  l’ampliamento degli impianti esistenti e la costruzione di nuovi.

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Atlante italiano dei conflitti ambientali

di Adriana Spera pubblicato da USI Ricerca - il Foglietto 16/06/2015 

Di progetti sbagliati, dannosi per l'ambiente e la salute, attenti solo agli interessi economici di pochi, purtroppo ce ne sono sempre di più. E si sa cambiano radicalmente la qualità della vita, talvolta minacciano persino la sopravvivenza delle popolazioni e perciò suscitano l'opposizione delle comunità colpite, attivano partecipazione popolare, resistenze e conflitti sociali.

Quello che non sempre è noto è quanti e dove siano questi conflitti nel nostro paese e nel mondo, quante e quali siano le realtà in movimento, le comunità che insorgono a difesa dei propri diritti, dei beni comuni, di un modello sostenibile di gestione delle risorse ambientali.

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Durante la manifestazione che si è svolta a Taranto in occasione del Primo Maggio organizzata dall'associazione Liberi e Pensanti, il video con l'intervento di Marco Travaglio che ricostruisce minuziosamente tutti i decreti "Salva ILVA" che sono stati fatti in questi anni dal governo Berlusconi, Monti, Letta, fino al decreto "Salva Bimbi" del governo Renzi decreti che hanno tutti come denominatore comune gli interessi dei Riva e della produzione a discapito della salute dei cittadini di Taranto che hanno continuato ad ammalarsi e a morire di inquinamento.

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Ilva - Taranto

pubblicato da Peacelink.it il 3 marzo 2015

L'azienda accumula perdite mese dopo mese ma il sottosegretario dice che "è stata rimessa in fila". La legge di oggi non fornisce liquidità ma carica l'ILVA (che ha già un buco di 2,9 miliardi di euro) di nuovi debiti.

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