Festa della Costituzione organizzata dal Comitato per il No
Roma - Città dell'Altra Economia
Venerdì 14 ottobre 2016
Dibattito su:
Riforma, grandi opere, tutela del territorio e sanità
partecipano: Paolo Berdini, Giulia Sarti, Claudio De Fiores, Anna Falcone, Walter Tocci, Pancho Pardi, modera: Ilaria Bonaccorsi (direttrice Left)

Pubblicato in TV - W la Costituzione

Intervista di Eleonora Martini a Paolo Berdini pubblicata su Il Manifesto il 22 settembre 2016

Il no secco di Virginia Raggi alle Olimpiadi del 2024 non ferma il sogno dell’assessore all’Urbanistica di dare a Roma un futuro da vera capitale d’Italia. Paolo Berdini a questo punto rivolge la sfida non più al comitato olimpico, come avrebbe voluto, ma direttamente a Matteo Renzi: «Il primo ministro ha sottoscritto con il sindaco Beppe Sala un patto per Milano stanziando 1,5 miliardi di euro. Roma si candiderà al patto per la Capitale da sottoscrivere con Palazzo Chigi».

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di Paolo Berdini pubblicato su Il Manifesto il 19 giugno 2016

Urbanistica. C'è una maturazione politica e culturale, sono arrivate due proposte di lavoro coraggiose. La candidata romana con me e Chiara Appendino con Guido Montanari hanno scelto di ricostruire il profilo della legalità mettendo in soffitta la cultura delle deroghe e privilegiando il diritto sociale alla città e ai beni comuni

Roma è una città fallita. Ai 13,5 miliardi certificati dal Commissario governativo ne vanno aggiunti due degli anni del sindaco Marino e un numero finora imprecisato che proviene dall’accensione di titoli derivati. Roma supera dunque i parametri di legge che regolano l’indebitamento degli enti locali e se il Governo volesse – e non è detto che non giocherà questa carta – potrebbe sciogliere il governo municipale. Dei candidati sindaci che si sono presentati al primo turno solo Raggi e Fassina hanno posto con chiarezza la questione proponendo l’apertura della rinegoziazione del debito. Silenzio da tutti gli altri, compreso quello di Giachetti.

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Votare Raggi? Si può anche da sinistra.

Venerdì, 17 Giugno 2016 18:52

 

Mah, in questi giorni se ne sentono tante, sul voto di ballottaggio a Roma e nelle altre città, che sembrerebbe difficile districarne un senso.

Le principali biforcazioni appaiono due: si deve pensare alla città, al suo avvenire e lasciare da parte l’idea tutta politica di infliggere una prima sconfitta al Presidente del Consiglio. Ovvero, è improprio caricare le elezioni amministrative di una valenza squisitamente  politica dimenticando che le città richiedono prima di tutto  Giunte e Consigli comunali  in grado di affrontare problemi difficilissimi. A Roma di grave degrado.

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A Roma torna l’inquisizione

Giovedì, 16 Giugno 2016 18:03

di Paolo Berdini pubblicato su il Manifesto il 15 giugno 2016

Dietro la vicenda Olimpiadi 2024 si sta conducendo un’offensiva tanto strumentale quanto priva di dati oggettivi e sarà bene recuperare un minimo di dignità di discussione. Speravo che fossero finiti per sempre i tempi della santa inquisizione. Vedo purtroppo che non è vero.

Leggo infatti sul Messaggero di Roma che sarei stato denunciato per diffamazione da Francesco Gaetano Caltagirone per una intervista che riguardava il tema di Tor Vergata, luogo in cui si vorrebbe costruire il villaggio degli atleti.

Nella mia vita ho rilasciato decine di interviste sul comprensorio di Tor Vergata e ho scritto molti articoli e libri che la riguardano. Non mi era mai accaduto di essere denunciato perché ho sempre riportato l’esattezza della vicenda.

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di Paolo Flores D'Arcais pubblicato su Micromedia il 8 giugno 2016

Lo strumento contundente e monocorde con cui il renziano Giachetti e “Il Messaggero” di Caltagirone cercheranno di manganellare la candidatura di Virginia Raggi, per impedire che Roma possa essere amministrata senza più bacio della pantofola allo strapotere dei palazzinari e altri intrecci affaristico-politici (con ramificate incursioni criminali, si è visto) è uno solo, benché flautato poi in tutte le salse: Virginia Raggi è eterodiretta dalla ditta Casaleggio.

Se però le indiscrezioni del “Fatto Quotidiano” prima e della “Stampa” poi sulla squadra di assessori che Virginia Raggi ha in mente di mettere insieme saranno confermate, quell’arma che la Nuova Cricca Renziana sciorina in campo nazionale da mane a sera sul sistema (dis)informativo televisivo, ormai occupato manu militari, diventerà spuntata, risibile, ridicola, addirittura un boomerang.

I tre nomi fatti dai due quotidiani costituiscono infatti un concentrato di eccellenza di competenze e una lega straordinaria di serietà e passione civile: Paolo Berdini, Tomaso Montanari, Raphael Rossi.

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Si è svolto a Roma il 2 aprile 2016 un convegno "Che cosa sono 10 anni in una città eterna come Roma" che ripercorre la stagione delle "giunte rosse" di Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli, Ugo Vetere. Pubblichiamo qui le tre relazioni con i video degli interventi.

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Intervista a Paolo Berdini di Monica Pepe pubblicata su Micromega il 10 febbraio 2016

A rendere tale 'una città' era la possibilità che una persona aveva, confondendosi tra la folla, di nascondere le stranezze della sua testa" (da "La stranezza che ho nella testa", di Orhan Pamuk)

Paolo Berdini, parafrasando lo splendido libro di Pamuk, da quali stranezze è attraversata la città di Roma oggi?

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Tacere e obbedire, è lo Sblocca Italia

Venerdì, 22 Gennaio 2016 21:52

di Paolo Berdini pubblicato su Il Manifesto il 22 gennaio 2016

Governo. Lo schiaffo a Renzi della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimi molti commi dell’articolo 1 del decreto legge 133/2014

C’è ancora un giudice a Berlino. Matteo Renzi e il cerchio magico che ha scritto lo Sblocca Italia hanno subito un sonoro e meritato ceffone da parte della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimi molti commi dell’articolo 1 del decreto legge 133/2014. Con il comma 1 si affidava all’Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato il ruolo di Commissario straordinario per la realizzazione del collegamento veloce tra Napoli e Bari. Un’opera fondamentale per dare qualche opportunità ad una parte del sud Italia e sulla cui realizzazione c’era il generale consenso delle Regioni coinvolte.

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Dopo Expo una Silicon Valley… di cemento

Venerdì, 13 Novembre 2015 10:29

di Paolo Berdini pubblicato su il Manifesto il 12/11/2015

Ricerca&sviluppo. Dietro il plauso alla «boutade» di Renzi sul futuro dell’area, l’eterno gioco della speculazione fondiaria

A parte gli estensori del discorso di Matteo Renzi, tutti sanno che il nome Silicon Valley arrivò dopo decenni dall’inizio di produzioni industriali innovative che hanno segnato la storia tecnologica mondiale. Hewlett & Packard, ad esempio, inaugurò in quell’area il primo stabilimento nella metà degli anni Trenta del secolo scorso.

Milano, una città importante nella storia produttiva italiana ha dismesso negli ultimi trenta anni tutti gli stabilimenti industriali più importanti: la follia dell’urbanistica contrattata milanese ha permesso di realizzare anonimi quartieri al posto delle produzioni. La rendita fondiaria ha guadagnato somme imponenti rinunciando al difficile percorso dell’innovazione produttiva e della creazione di tecnologie avanzate.

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