Scuola anti ‘ndrangheta. Laboratori fino alle 10 di sera per ‘salvare’ gli studenti

Martedì, 13 Gennaio 2015 15:21

Scuola Vibo Marina

di Chiara Daina pubblicato su IlFattoQuotidiano il 13 gennaio 2015

A Vibo Marina l'istituto “Amerigo Vespucci” è frequentato da oltre mille alunni. E tanti di loro hanno parenti in carcere. I docenti insegnano anche mestieri legati all'economia locale. La dirigente Maria Salvia: "Qui imparano che l'onestà paga. E questo posto deve essere per loro una casa"

Vibo Marina è sulla punta dello Stivale. Lungo un tratto di costa che si incurva verso l’interno per lasciare respiro al mare. Conta diecimila abitanti, ma è solo una frazione di Vibo Valentia. Con uno dei pil più bassi d’Italia e dove l’ ‘ndrangheta ha messo le radici. Dall’altra parte dei binari del treno, c’è la scuola media “Amerigo Vespucci”. Qui Maria Salvia, da sette anni la dirigente, insegna agli alunni cosa significa non scendere a patti con la criminalità organizzata.
Da qualche anno l’Istituto ha inglobato le elementari e la materna. Per un totale di undici plessi nel raggio di sei chilometri, 120 docenti e 1021 studenti. Sono in tanti ad avere almeno un parente in galera. Il padre o il cugino, lo zio, il nonno. “Mi interessa che la scuola assomigli a una casa, i bambini devono sentirsi accolti, accettati, ascoltati. È aperta dal mattino alla sera, anche fino alle dieci, per le attività di laboratorio. Deve funzionare bene perché sia da esempio per loro, devono capire che se si vuole le cose cambiano, che l’onestà porta frutti”.
Maria non ha la bacchetta magica, ma quella di un maestro d’orchestra, che sta coi piedi per terra e guarda in faccia i bisogni. “La gente perde il lavoro, c’è la crisi, e siamo in Calabria. Secondo lei, pensare allo studio è scontato?”. Allora si è inventata dei laboratori che, fin già dalle medie, danno la possibilità ai ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà di imparare un mestiere legato all’economia locale. Un maestro d’ascia dà lezioni di falegnameria, in particolare di come si costruisce un peschereccio, come si aggiustano i banchi e le sedie.
“Ognuno di loro ha sistemato la propria postazione” ricorda la preside. Poi c’è il laboratorio di cucito. Non per confezionare abiti alla moda, ma per riparare le vele e le cuscinerie degli yacht che durante l’anno ormeggiano nel porto. Il brevetto da sommozzatore, con la collaborazione della capitaneria di porto, è un’altra delle opportunità offerte. Infine, il laboratorio di cucina per futuri cuochi di bordo. I bambini si mettono ai fornelli, preparano piatti tradizionali e rispolverano antiche ricette.
“Due volte l’anno invitiamo a pranzo il prefetto, il colonnello dei carabinieri, quello della finanza e il procuratore della Repubblica. Le istituzioni non devono apparire distanti, o peggio delle nemiche”. Per questo motivo ha chiesto alle Fiamme gialle di presentare a scuola il rapporto sul bilancio annuale. “Ho fatto sedere in prima fila uno studente il cui padre è stato arrestato da un finanziere presente in aula. Bisogna creare ponti, non muri”. Mentre prima di Natale, per il terzo anno di fila, i carabinieri hanno fatto una lezione sul rischio dei botti. “Così nessuno li scoppia più davanti alla scuola”.


In quanti frequentano i laboratori? “Selezioniamo cento alunni alla volta. L’impegno è di 50 ore per tre mesi”. Il risultato non è acqua fresca: “I ragazzi sono più motivati a studiare e a venire a scuola tutte le mattine”. L’attività non è considerata extra-scolastica. “Da noi il tempo scuola è dilatato, l’organizzazione è flessibile, così gli studenti stanno il meno possibile da soli”.
I corsi per imparare a suonare uno strumento musicale invece sono rivolti a tutti (anche ai bambini delle elementari). “Abbiamo messo in piedi un’orchestra, un coro e una sala di incisione. Finora è stato registrato un brano, composto dai ragazzi, si intitola ‘Armonie di un amore urlato’, è dedicato alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ha ricevuto un premio dal ministero dell’Istruzione”.


Gli altri tre cavalli di battaglia della preside sono: il rispetto per il bene pubblico, la lotta all’omofobia e quella alle mafie. Partiamo dal primo. A scuola lo studente impara a prendersi cura del patrimonio italiano e a sentirsi parte dello Stato. Nel 2012 44 di loro hanno lanciato la campagna “Adotta il drago“, promossa sul sito web del Miur, per raccogliere i fondi destinati al recupero del mosaico del drago di Kaulon, il parco archeologico in provincia di Reggio Calabria che rischia di scomparire per l’incuranza della politica. Passiamo al secondo: “Di solito omosessualità e stereotipi di genere sono temi affrontati alle scuole superiori, io ho preferito farli ragionare subito su queste cose, prima si interviene e più è facile che cambino prospettiva. Ho presentato il progetto a Roma davanti alla delegazione glbt di Torino“.


Infine, l’emergenza ‘ndrangheta. “In questa terra si cresce convinti che i diritti ti spettino solo se sei ‘figlio di’ o ‘amico di’ un pezzo grosso. Bisogna spezzare queste catene”. Quello che conta, ancora una volta, è parlarne, non fare finta di niente. Il primo passo è stato l’incontro di una classe di prima media con il giornalista Riccardo Guido, autore del libro “Salvo e le mafie“. Da cui è uscito un altro libro, “Germogli di speranza“, che raccoglie le impressioni degli studenti sull’argomento. Stop ai voti numerici per non mortificare l’alunno. “Solo alle medie. Gli insegnanti esprimono i livelli di competenza: iniziale, base, intermedio e avanzato. Poi aggiungono un commento su quello che il bambino sa fare, non su quello che non sa fare”. E se uno non fa i compiti? “Alla terza volta chiamiamo a casa. Parlo direttamente io coi genitori. Spesso sono separati, hanno disagi, la madre sta tutto il giorno al bar al video poker, di chi è la colpa dunque? Faccio vergognare la madre e il padre perché sono assenti e minaccio di denunciarli e di togliere loro il figlio. Non scherzo. Allora piangono e si danno da fare”.


Poi basta classi. “Una novità appena approvata. Dal mese prossimo saranno gli alunni a raggiungere l’insegnante, non viceversa. Così si responsabilizzano e non si annoiano rimanendo inchiodati alla stessa sedia per cinque ore”. Risparmio: i libri di testo sono solo quattro. Quello di italiano, matematica, inglese e francese. “Il resto lo costruiscono insieme ai docenti con le lavagne interattive multimediali (lim).

E finisce online su Piattaformavespucci.it. Solo gli studenti possono usufruirne grazie a una password“. “Volete che la scuola vi restituisca bravi cittadini?”: con questa domanda Maria si rivolge a vip e imprenditori della zona per avere dei contributi. “Non chiedo mai soldi, ma quello che ci serve, come sistemare i termosifoni, dipingere la palestra, infissi nuovi, piante e maxi schermi per gli eventi. Posso contare su una rete di 50 contatti. Per fortuna, ogni richiesta è stata esaudita”. Anche quella di attraccare al porto a gratis una barca a vela di 13 metri sequestrata dalla corte di assise di Catanzaro e regalata alla scuola. “Il presidente del tribunale dei minori di Catanzano, Luciano Trovato, si è offerto come skipper. Con lui gli studenti prenderanno il brevetto da sommozzatore”. La scuola è aperta anche ai genitori più fragili. “Organizziamo corsi sulla genitorialità con gli psicologi e contattiamo chi potrebbe averne bisogno”. A volte sono loro a chiedere aiuto alla preside. “Poco fa è entrato nel mio ufficio un padre disperato che mi ha implorato di dire a sua figlia di 11 anni di non truccarsi gli occhi”. Il suo segreto è dialogare con i ragazzi, anche su Facebook. “Do l’amicizia a tutti, li seguo e pubblico le foto insieme a loro”. Tutto serve.

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