La scuola inascoltata e l’illusionista di Palazzo Chigi In evidenza

Lunedì, 16 Febbraio 2015 08:29

LIP Scuola

di Marina Boscaino pubblicato su Micromega il 16 febbraio 2015

Vorrei riservare un pensiero imbarazzato e contrito alla disarmante ed ignorante impudenza di Simona Malpezzi, parlamentare PD. Dopo la trasmissione Presa Diretta di Riccardo Iacona, che domenica ha fatto conoscere a centinaia di migliaia di spettatori  qualche voce dissonante rispetto alla propaganda di regime, rivelando che il governo in sedicente “ascolto” continua ad ignorare un disegno di legge che ripropone la Legge di iniziativa popolare (Lipscuola)Per la buona scuola della Repubblica”, scritta da docenti, genitori e studenti, che raccolse nel 2006 ben 100mila firme certificate,

l’onorevole Malpezzi – una delle più ostinate e indignate accusatrici di Iacona e della sua redazione – al penultimo capoverso della lettera aperta scrive: “Ma che la puntata stava prendendo una brutta piega mi è parso chiaro quando è stata presentata una degnissima proposta di legge, alternativa a La buona scuola, che purtuttavia ne recava il nome. La ricordo bene perché era stata depositata con il nome di Per una scuola della repubblica. Il nome è cambiato in corsa lasciando, però, intendere che avremmo anche copiato il nome. Ecco, a quel punto mi è sembrato molto chiaro il tentativo di far passare un messaggio a senso unico molto distante dalla realtà, non della scuola ma dalle intenzioni e dai propositi del governo”. Un fiume di smentite, link e tirate d’orecchie hanno sommerso l’incauta Malpezzi, protagonista inadeguata e ignorante di un episodio che la dice lunga sulla statura e sulla preparazione dei rampanti rottamatori.

A ciascuno la propria strategia, secondo le proprie vocazioni. Dalle imbarazzanti cadute di Malpezzi, al modernismo di quarta mano di Puglisi, alla rimozione di Faraone: Davide ci scrive ancora.

Il sottosegretario all’Istruzione continua ad intasarci le caselle di posta con il suo ottimismo in chiave siciliana (non manca l’orgoglio per l’elezione del conterraneo Mattarella). Vuole provare a far finta che Presa Diretta non ci sia stata e che tutto continui come quando tutti i mezzi di comunicazione erano asserviti alle parole del “nuovo che avanza”: ascolto, cambiamento, modernità.

#2, Il nuovo corso sta iniziando, annuncia uno dei più entusiasti cantori della sgangherata perestrojka nostrana: “incontri, conquiste, stravolgimenti”. Tutto epico e teatrale, naturalmente. Sommamente eroico, nei toni e nei contenuti.

La missiva reca alcuni punti in cui si sostanzierebbe il “nuovo corso”: trasparenza (dove Davide – come si firma il giovane scanzonato – le dà e le promette ai docenti italiani, famosi fannulloni e profittatori assenteisti, in perfetta continuità con la linea Ichino-Brunetta, che ha contribuito responsabilmente ad infangare la percezione che la società ha da una quindicina di anni a questa parte degli insegnanti); protagonismo (per studenti e docenti una serie di promesse: la valutazione e la scelta di un percorso attitudinale alle superiori per i primi; carriera e conseguente riconoscimento economico per gli altri); investimento (con una serie di cifre che non trovano alcun riscontro concreto, dalla legge di stabilità in poi); ribaltamento (con un elogio all’”alterità”  dei ragazzi migranti, da parte di un esponente di quel partito che non ha saputo dire una parola significativa sugli insulti rivolti al ministro Kyenge); direzione (ovviamente la loro, quella indiscutibilmente giusta: e giù un profluvio di “Scuole belle”, “Scuole sicure”, “Scuole nuove”, progetti ed interventi del Governo su cui la trasmissione di Iacona ha fatto abbondantemente luce e chiarezza.

Davide nel capitolo Investimenti sostiene: “La buona scuola è diventata un brand in grado di attrarre su di sé l’attenzione dei privati. Sono state tantissime le imprese – da Samsung a Microsoft – che spontaneamente hanno contattato il Miur per ’sponsorizzare’ la scuola e le sue buone pratiche. E di questo sono molto contento: vuol dire che è chiaro a tutti che è sul futuro del nostro Paese che dobbiamo investire e che siamo chiamati tutti quanti a farlo perché la scuola è società e ne siamo tutti responsabili”‘. Requiem per scuola statale, laicità, libertà di insegnamento, cultura emancipante, sapere disinteressato, cittadinanza. In un colpo solo questo oscuro personaggio a cui qualcuno, per misteriosi motivi, ha deciso di attribuire un ruolo di responsabilità distrugge il senso di ciò che ha indirizzato il lavoro dei costituenti per individuare la scuola della Repubblica.

Non siete stanchi di farvi gabbare da fiumi di parole,  mentre qualcuno sta decidendo per voi, sulla e della nostra scuola? Non avreste gradito, dopo la pentola scoperchiata dalla trasmissione di Iacona, una presa d’atto, uno scarto di coscienza, uno almeno che dicesse: effettivamente ci sono dei problemi; fermiamoci e – noi che abbiamo propagandato  di averlo fatto, ma che si siamo accorti che siamo stati distratti, perché non  abbiamo avvertito o abbiamo finto di non avvertire queste critiche – proviamo ad ascoltare davvero. Perché questa gente si da tanto da fare? Perché si ostinano a confermare le proprie convinzioni? Eppure non ci dicono solo no: hanno un disegno di legge depositato alla Camera e al Senato; proviamo a leggerlo.

Invece no, al contrario. Ascoltano tutti, ma decidono loro, come ha ribadito Davide nella trasmissione radiofonica Fahreneit venerdì pomeriggio. E decidono sotto le sollecitazioni del neoliberismo, della Troika e di una velocità demagogica che ci sta precipitando in una deriva antidemocratica di cui pagheremo le conseguenze per moltissimo tempo. Ai prossimi giorni l’annunciato decreto – che, ricordo, vigendo ancora la Costituzione repubblicana, dovrebbe avere i requisiti di necessità e urgenza – onnicomprensivo, secondo le indiscrezioni. Quale coniglio – oltre precariato ed organici, unica materia realmente urgente, considerata la sentenza della Corte Europea di Giustizia – troveremo nel cilindro dell’illusionista di Palazzo Chigi e dei suoi replicanti?

Qui di seguito una nostra intervista a Marina Boscaino

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