Emergenza Cultura - Manifestazione Roma 7 maggio 2016 In evidenza

Domenica, 08 Maggio 2016 13:44

L’iniziativa “Emergenza cultura: difendiamo l’art.9” è stata organizzata a partire da una proposta di Tomaso Montanari, il quale ha riunito a Roma un gruppo di associazioni e professionisti dei beni culturali in forte disaccordo con le politiche culturali del Governo Renzi e del suo Ministero dei Beni artistici e culturali guidato dal Ministro Dario Franceschini.


Emergenza cultura. Salviamo l’articolo 9

Roma, 7 maggio 2016

Noi – cittadini italiani, donne e uomini impegnati con il nostro lavoro, stabile o precario, a produrre e diffondere cultura, membri delle associazioni professionali e delle associazioni per la tutela, studentesse e studenti delle università e delle scuole – denunciamo che il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione sono oggi in gravissimo pericolo.

Denunciamo che le modifiche dell’ordinamento introdotte dal Governo Renzi, e passivamente subite dal ministro Dario Franceschini, stanno di fatto rimuovendo l’articolo 9 dalla Costituzione. Le generazioni future rischiano di non ricevere in eredità l’Italia che noi abbiamo conosciuto.

Il nostro è un grido di allarme: è emergenza per la cultura!

Noi vogliamo che la cultura sia davvero un servizio pubblico essenziale: che le biblioteche e gli archivi funzionino come negli altri paesi europei, che i musei siano fabbriche di sapere, che le scuole formino cittadini e non consumatori, che la salvezza dell’ambiente in cui viviamo sia l’obiettivo più alto di ogni governo.

Per questo chiamiamo a raccolta tutte le cittadine e i cittadini italiani: li chiamiamo a scendere in piazza, a Roma, il 7 maggio 2016.

Quella manifestazione chiederà al governo Renzi di sospendere l’attuazione dello Sblocca Italia, della Legge Madia e delle ‘riforme’ Franceschini: perché si apra un vero dibattito, nel Paese e nel Parlamento, sul futuro del territorio italiano, bene comune non rinnovabile.

Quella manifestazione chiederà di permettere ad un nuova leva di giovani di entrare nei ranghi del Ministero per i Beni culturali: non con l’effetto-annuncio delle una tantum, fabbriche di un nuovo schiavismo, ma con la costruzione di un futuro normale per chi vuole mettere la sua vita al servizio del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione.

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