di Curzio Maltese pubblicato su huffingtonpost.it il 02/06/2015
Resisterà Matteo Renzi fino al 2018? Ognuno ha letto il voto regionale come ha voluto, ma su un punto tutti i commenti concordano: nelle urne è sparito il Partito della Nazione. In meno di un anno è fallito il principale progetto politico del renzismo.
Ed è fallito nelle migliori condizioni per cui si realizzasse, in assenza di una qualsiasi alternativa.
di Marco Lillo pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 31/3/2015
L’inchiesta di Napoli ci svela che Massimo D’Alema e Matteo Renzi sono diversi ma hanno una cosa in comune: l’uso di una fondazione per raccogliere i soldi e i servizi utili per fare politica senza nessun obbligo di dichiarare i finanziatori né di spiegare come hanno speso i soldi così raccolti.
I contributi annuali a un partito o a un parlamentare, sopra i 5 mila euro, devono essere sempre dichiarati alla Camera di appartenenza. Anche le entrate e uscite in campagna elettorale devono essere rendicontate a pena di sanzioni. Se un parlamentare incassa 60 mila euro o si fa pagare le spese del suo telefonino da un privato deve quindi dichiararlo.
di Corradino Mineo pubblicato sul suo profilo Facebook il 31 marzo 2015
Un sindaco del Pd viene arrestato perchè avrebbe preso tangenti da una potente cooperativa che fiancheggia il Pd, ma nella direzione del Pd la madre di tutte le battaglie - incipit di Marcello Sorgi- riguarda,invece, la legge elettorale. Renzi si è spiegato bene. In Gran Bretagna, con una legge super maggioritaria, è probabile che le urne portino ancora a un governo di coalizione. Fukkuyama (il politologo che teorizzò la fine della storia per poi ricredersi) parla degli USA come di una democrazia del blocco e del veto. Solo una legge che renda inoffensivi tutti i partiti tranne uno, e garantisca a un leader il controllo pieno del parlamento, potrà salvare la democrazia, in Italia e nel mondo.
di Stefano Rodotà pubblicato su Micromega il 15 marzo 2015
Entrata nell’uso, l’espressione “coalizione sociale” è stata ieri ufficializzata da Maurizio Landini. Come, e perchè, si cerca una nuova forma dell’azione politica collettiva? Negli ultimi tempi si è delineato un rapporto tra Stato e società, o piuttosto tra governo e società, segnato da un forte riduzionismo, dove l’unico soggetto sociale ritenuto interlocutore legittimo è l’impresa.
di Salvatore Cannavò pubblicato su IlFattoQuotidiano il 26 febbraio 2015
Stefano Rodotà ha seguito con interesse la polemica nata attorno alle proposte di Maurizio Landini. Il termine “coalizione sociale” è di suo conio e qualche settimana fa, proprio con Il Fatto, aveva spiegato il senso della proposta. Dopo il clamore suscitato dall’intervista del segretario Fiom, torna sull’argomento.
Roma teatro Eliseo 20 giugno 2013 - Un'altra maggioranza è possibile. Un sogno? Left ne parla con esponenti dei tre partiti. Intervengono: Giuseppe Civati, Laura Puppato, Giulio Marcon, Sonia Alfano, Paolo Berdini, Antonio Ingroia, Lorenzo Rocchi Occupy PD, Andrea Ranieri, Francesco Sylos Labini, Vincenzo Smaldore - OpenPolis, Lorenzo D'Agostino Occupy PD
Di Redazione
Si è svolta a Roma sabato 10 gennaio 2015 l'assemblea dei territori di Azione Civile. I referenti territoriali sono giunti nella capitale per discutere il rilancio dell'organizzazione e per prepararsi a partecipare all'assemblea che si svolgerà a Bologna sabato 17 e domenica 18 gennaio de L'Altra Europa con Tsipras che ha, come ordine del giorno, la costituzione di un nuovo soggetto politico.
La relazione introduttiva del presidente Antonio Ingroia ha affrontato tutti i temi di
di Rita Di Giovacchino pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 24 dicembre 2014
Secondo la procura il gruppo dem alla Pisana tra il 2010 e il 2012 avrebbe dilapidato 2 milioni e 600 mila euro in spese elettorali e sponsorizzazioni varie come pranzi cene e perfino partite a caccia e sagre del tartufo. Tra gli indagati c'è anche il deputato Marco Di Stefano, renziano della prima ora subito promosso coordinatore alla Leopolda, e cinque senatori
di Giusi Marcante pubblicato su Il Manifesto
Democrack . «Se Renzi si presenta alle elezioni di marzo con il Jobs Act e le cose che sta dicendo, noi non ci candideremo con lui»
Atto uno, esterno, rivolto ai giornalisti: «Se Renzi si presenta con il Jobs Act e con le cose che sta dicendo alle elezioni a marzo, noi non saremo candidati con Renzi».
Redazione L'Altra News
Non è certo la prima volta che la CGIL si scontra duramente con il governo, non è la prima volta che proclama uno sciopero generale contro le politiche economiche e l'attacco ai diritti dei lavoratori da parte delle forze padronali e di governo.
Già, è vero, non è la prima volta anche se da molti anni le posizioni tra sindacato e governo erano piuttosto concilianti. Dobbiamo risalire al lontano 2002 per assistere ad un forte scontro tra sindacato e governo, il 23 marzo di quell'anno la Cgil di Cofferati portava in piazza 2 milioni di persone contro l'attacco all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori da parte del governo di centro destra guidato da Silvio Berlusconi.