La tragedia irachena

Venerdì, 17 Aprile 2015 20:05

La tragedia irachena.

Quale risposta dalla società civile e dalle donne.

 

 

PROGRAMMA

 

 

Intervista a Giovanni Franzoni - Presidente Associazione di amicizia Italia-Iraq. L'Iraq agli iracheni

 

Seminario Roma,

21 aprile 2015 Sala Gruppo SEL via degli Uffici del Vicario,21

22 aprile 2015 Casa Internazionale delle Donne via della Lungara, 19

Che cosa e' che spacca l'IRAQ? Un conflitto religioso tra Sunniti, Sciiti, Cristiani e Kurdi oppure una competizione per le risorse minerarie ed archeologiche del paese da parte di potenze straniere e regionali che le risorse se le vogliono tenere tutte per se? Oppure il fatto che queste stesse potenze preferirebbero avere a che fare con Stati piccoli e divisi fra loro piuttosto che con un unico grande Iraq?

Alla nostra considerazione si e' imposta un 'altra scissione trasversale, quella di genere. Prima ancora che esplodessero le guerre che stanno devastando l'Iraq, un ampio e consapevole movimento delle donne operava per il superamento del patriarcalismo. Sono loro che in questi decenni sono riuscite a preservare un minimo di coesione nella società, nonostante gli attacchi quotidiani subiti. Contro di loro si accanisce ora Daesh (ISIS), ma prima ancora la società patriarcale aveva, di nuovo e fortemente, ripreso il sopravvento.

Un altro interrogativo inquietante sta nella constatazione che anche in quei paesi occidentali che hanno accolto con rispetto e parità di diritti le persone provenienti dal mondo arabo ed islamico, centinaia di cittadini formalmente francesi, inglesi o tedeschi e di altri paesi, sono stati attratti dall'appello del califato. Essi accorrono come volontari e si uniscono ai tanti che, nei loro paesi martoriati e disgregati da decenni di guerre e soggiogati da dittature corrotte e colluse con la colonizzazione occidentale, sono ormai privi di futuro.

Viene allora da sospettare che la nostra accoglienza, anche quando integrante e rispettosa, resti umiliante per molti immigrati. Forse l'integrazione non è sufficiente, è necessaria una comunicazione profonda nell'umano che abolisca lo scalino di superiorità tra chi accoglie, ma non dall'alto, e non è capace di ricevere alcun messaggio da culture e religioni che nella profondità dei millenni avevano avuto molto da dire.

Abbiamo quindi accolto l'appello di intellettuali, giornalisti e politici che, rivolgendosi al mondo occidentale, rivendicano per l'Iraq la ricostituzione di uno Stato laico e democratico, unito e rispettoso delle diversità culturali e religiose delle varie componenti sociali. E si appellano alla comunità internazionale per salvare il paese dall'ulteriore disgregazione e la popolazione da sofferenze ancora maggiori e più devastanti.

Ascoltiamo il loro messaggio e capiamo, insieme a loro, cosa noi possiamo fare e come stabilire un contatto che duri nel futuro.

Associazione di amicizia Italia-Iraq. L'Iraq agli iracheni

Hanno collaborato volontari della Comunità Irachena e di altre associazioni.

 

RELATORI

Hanaa' Edwar, presidente AlAmal, associazione per l'aiuto e lo sviluppo, apartitica. Fondata nel 1992, lotta per la difesa dei diritti umani e civili, in particolare delle donne, e per il riconoscimento del loro ruolo nella ricostruzione del paese di uno stato di diritto. Hanaa è una delle prime donne che si è battuta per i diritti delle donne in Iraq, e nel mondo arabo, cofondatrice della "Lega della donna irachena", nata negli anni cinquanta. Vive a Baghdad.

Afyan Rahim Ali, curda, avvocata, presidente dell'associazione Tammuz (Associazione per lo sviluppo sociale). Fondata nel 1997 ad Erbil, ha esteso la sua attività a tutto l'Iraq dopo l'invasione del 2003, è fortemente impegnata in campo sociale, per l'uguaglianza dei diritti, oltre ogni appartenenza, e per la liberazione delle donne. È tra le fondatrici del Social Forum Iracheno. Vive tra Erbil e Baghdad.

Hadla Omar, curda siriana, è Ministro nel Consiglio Amministrativo nel territorio di Al-Jazera in Siria, dove vive.

Rashid Al Khayun, è uno degli scrittori e ricercatori iracheni più noti nel mondo arabo, per i suoi studi sulla società e la storia culturale e religiosa in Iraq e Medio Oriente. Attualmente vive a Londra.  Ha scritto vari libri e pubblicato centinaia di studi.

Adnan Hussein, è giornalista e ha lavorato per vari giornali arabi. Attualmente è capo redattore esecutivo del giornale più diffuso in Iraq, Al Mada. È inoltre fondatore del "sindacato nazionale dei giornalisti iracheni", di cui è presidente. Vive a Bagdad.

Haider Said, è uno scrittore, girnalista e ricercatore iracheno e si occupa della società civile irachena e del suo rapporto con le forze politiche. Conosce bene situazione e processi politici attualmente in corso in Iraq. Vive ad Amman, ma ritorna sesso in Iraq.

Giovanni Franzoni, Presidente dell'Associazione di amicizia Italia-Iraq. L'Iraq agli iracheni. Già abate benedettino. Animatore della Comunità cristiana di base di S.Paolo a Roma. Teologo e scrittore.

Simonetta Crisci, avvocata dell'Associazione donne, diritti e giustizia, attiva dal 2006 per l'attuazione ed il rispetto dei diritti delle donne italiane e straniere, in particolare di quelle che subiscono maltrattamenti e violenze.

MODERATORI

Ismaeel Dawood, Policy Officer di Un Ponte per... e attivista iracheno della Iraqi Civil Society Solidarity Initiative (ICSSI)

Mostafa Al Ayoubi, capo redattore del mensile Confronti

Ornella Sangiovanni, giornalista ed esperta di Iraq.

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