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«Rifiuto immotivato». Pronto anche il ricorso al Tar.

«In questi giorni, in alcune città, la questura ha posto un rifiuto alla nostra comunicazione di utilizzo, nei giorni 16 e 17 aprile, degli spazi pubblici per la raccolta di firme, sostenendo che in quei giorni, caratterizzati dal voto anti trivelle, occorresse mantenere il silenzio elettorale. Tale decisione è immotivata in quanto la legge fa riferimento alla interruzione di tutte le forme di propaganda ma non mette assolutamente in mora le iniziative costituzionalmente garantite, come quella rappresentata dalla raccolta di firme per l’indizione di un referendum popolare».

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Si è svolto a Roma il 2 aprile 2016 un convegno "Che cosa sono 10 anni in una città eterna come Roma" che ripercorre la stagione delle "giunte rosse" di Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli, Ugo Vetere. Pubblichiamo qui le tre relazioni con i video degli interventi.

La democrazia senza morale In evidenza

Venerdì, 08 Aprile 2016 06:42
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di Stefano Rodotà pubblica su La Repubblica 8 aprile 2016

 

Nel marzo di trentasei anni fa Italo Calvino pubblicava su La Repubblica un articolo intitolato Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti. Vale la pena di rileggerlo (o leggerlo) non solo per coglierne amaramente i tratti di attualità, ma per chiedersi quale significato possa essere attribuito oggi a parole come “onestà” e “corruzione”. Per cercar di rispondere a questa domanda, bisogna partire dall’articolo 54 della Costituzione, passare poi ad un detto di un giudice della Corte Suprema americana e ad un fulminante pensiero di Ennio Flaiano, per concludere registrando il fatale ritorno dell’accusa di moralismo a chi si ostina a ricordare che senza una forte moralità civile la stessa democrazia si perde.

Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti In evidenza

Venerdì, 08 Aprile 2016 06:31
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di Italo Calvino pubblicato su La Repubblica 15 marzo 1980 e in “Romanzi e racconti, volume terzo, Racconti e apologhi sparsi”, Meridiani, Mondadori

 

C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia.

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Sabato 8 e domenica 10 aprile inizia la raccolta firme per i «referendum sociali» contro le leggi renziane sulla scuola, lo sblocca Italia e per l’acqua pubblica. La raccolta firme ha un obiettivo: raggiungere 500 mila firme entro il 9 luglio. Si andrà al voto nella primavera del 2017. Il referendum contro le trivelle è dunque il primo round di una lunga stagione referendaria contro il governo Renzi e il Pd che vedrà nel prossimo autunno un momento importante di verifica con la consultazione popolare sull’«Italicum» e la riforma costituzionale. Il percorso dei «referendum sociali» è sostenuto da un’alleanza tra i movimenti per la scuola pubblica, per l’acqua bene comune, contro la devastazione ambientale, le trivellazioni e il piano nazionale per vecchi e nuovi inceneritori. Sabato 9 a Roma i movimenti sociali raccolti in «Roma Comune» proseguiranno il percorso di contrasto contro gli sgomberi del commissario Tronca. Da San Lorenzo a Tor Bella Monaca si inizierà a scrivere una «Carta di Roma Comune» che comprende norme su acqua, servizi pubblici essenziali, beni comuni, trasporto urbano, l’uso comune del patrimonio pubblico, lotta contro la speculazione edilizia e la necessità di decostruire l’ambigua retorica del decoro urbano.

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di Roberto Ciccarelli pubblicato su Il Manifesto il 5 aprile 2016

Cari e inutili. Sono gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato con i quali il governo Renzi ha pensato, inutilmente, di aumentare l’occupazione. In una nuova analisi sui costi e i benefici di questa dispendiossisima misura, pubblicata online sul «Menabò di Etica ed Economia, da Marta Fana e Michele Raitano emerge una nuova stima sul costo lordo per il bilancio pubblico nel triennio 2015-2017 che oscillerà, a seconda delle ipotesi, tra i 22,6 e i 14 miliardi. Non più dunque 11,8 miliardi ma undici in più nel caso in cui i contratti attivati nel 2015 dureranno 36 mesi, l’intero periodo della corresponsione dell’«esonero» contributivo alle imprese. Fana e Raitano formulano un secondo scenario più realistico, sulla base dei dati del ministero del Lavoro riguardanti i contratti trasformati da tempo determinato a tempo indeterminato tra il 2012 e il 2014 e cessati entro il terzo anno.


Roma 2 aprile 2016 - Convegno:"Che cosa sono 10 anni in una città eterna come Roma"

La stagione delle "giunte rosse" di Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli, Ugo Vetere Prima parte: Le relazioni di Paolo Ciofi, Paolo Berdini e Vittorio Sartogo

Seconda parte: tavola rotonda con Fabio Nobile, Nunzio D'Erme e Patrizia Sentinelli, coordina Gennaro Barbieri

Trivelle Referendum, i falsi argomenti del «no» In evidenza

Giovedì, 24 Marzo 2016 20:54
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di Enzo Di Salvatore pubblicato su il Manifesto il 18 marzo 2016

I sostenitori del «no» al referendum abrogativo sulle estrazioni di idrocarburi in mare utilizzano due argomenti principali: il fabbisogno energetico nazionale e i posti di lavoro. Entrambi gli argomenti, però, costituiscono un falso problema.

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