di Italo Calvino pubblicato su La Repubblica 15 marzo 1980 e in “Romanzi e racconti, volume terzo, Racconti e apologhi sparsi”, Meridiani, Mondadori

 

C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia.

Pubblicato in Politica

La democrazia senza morale

Venerdì, 08 Aprile 2016 06:42

di Stefano Rodotà pubblica su La Repubblica 8 aprile 2016

 

Nel marzo di trentasei anni fa Italo Calvino pubblicava su La Repubblica un articolo intitolato Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti. Vale la pena di rileggerlo (o leggerlo) non solo per coglierne amaramente i tratti di attualità, ma per chiedersi quale significato possa essere attribuito oggi a parole come “onestà” e “corruzione”. Per cercar di rispondere a questa domanda, bisogna partire dall’articolo 54 della Costituzione, passare poi ad un detto di un giudice della Corte Suprema americana e ad un fulminante pensiero di Ennio Flaiano, per concludere registrando il fatale ritorno dell’accusa di moralismo a chi si ostina a ricordare che senza una forte moralità civile la stessa democrazia si perde.

Pubblicato in Politica

di Alberto Vannucci pubblicato su Blog.FattoQuotidiano il 13 ottobre 2015

A leggere i segnali che soltanto negli ultimi giorni affiorano dall’universo della corruzione italiana si arriva alla conclusione che il totale pesi più della somma delle parti. Le inchieste giudiziarie offrono infatti uno spaccato parziale, mentre una visione d’insieme dovrebbe abbracciare anche i molti sintomi del saccheggio sistematico di risorse comuni praticato, in un’atmosfera d’impunità, da un’oligarchia corrotta e corruttrice: le voragini nei bilanci pubblici, i ricorrenti disastri ambientali, il consumo dissennato del territorio, il degrado di opere e servizi pubblici. Spesso realizzato “a norma di legge”, visto che di norme e regolamenti questa élite corrotta può condizionare contenuti, interpretazioni, rigore nel controllo e nell’applicazione.

Pubblicato in Economia

Pubblicato su Greenitalia.org il 28 marzo 2015

L’inchiesta di Firenze sulla corruzione nel settore delle grandi opere pubbliche, che ha portato all’arresto tra gli altri di Ercole Incalza e alle dimissioni del Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, rendono a tutti evidente ciò che gli ecologisti e le forze impegnate sul terreno della legalità da tempo denunciano: troppo spesso in Italia la decisione di realizzare questa o quella grande infrastruttura risponde alla convenienza privata di pochissimi e non all’interesse generale.

Pubblicato in Ambiente

La corruzione va combattuta come la mafia

Giovedì, 18 Dicembre 2014 13:33

di Antonio Ingroia pubblicato su Azione Civile e su L'ultima Ribattuta il 18/12/2014

Un medico che diagnostica una grave malattia ma poi non prescrive la cura adeguata, rimandando la terapia necessaria a data da destinarsi, sebbene i sintomi del male siano evidenti e le analisi non diano adito a dubbi, o è un incapace o è un irresponsabile o è in malafede.

Pubblicato in Mafie

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