18 Giugno 2017 - Roma - Teatro Brancaccio
Prima Assemblea Nazionale dopo l'appello di Anna Falcone e Tomaso Montanari: "Perché una sinistra di popolo non può che rinascere dal popolo. Invitiamo a riunirsi a Roma il prossimo 18 giugno tutti coloro che si riconoscono in questi valori, e vogliono avviare insieme questo processo"

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Venerdì, 08 Aprile 2016 06:42

La democrazia senza morale

di Stefano Rodotà pubblica su La Repubblica 8 aprile 2016

 

Nel marzo di trentasei anni fa Italo Calvino pubblicava su La Repubblica un articolo intitolato Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti. Vale la pena di rileggerlo (o leggerlo) non solo per coglierne amaramente i tratti di attualità, ma per chiedersi quale significato possa essere attribuito oggi a parole come “onestà” e “corruzione”. Per cercar di rispondere a questa domanda, bisogna partire dall’articolo 54 della Costituzione, passare poi ad un detto di un giudice della Corte Suprema americana e ad un fulminante pensiero di Ennio Flaiano, per concludere registrando il fatale ritorno dell’accusa di moralismo a chi si ostina a ricordare che senza una forte moralità civile la stessa democrazia si perde.

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Manca ormai solo il voto della Camera ad aprile per l'approvazione di una revisione costituzionale che riduce il Senato a un'assemblea non eletta dai cittadini e sottrae poteri alle Regioni per consegnarli al governo, mentre scompaiono le Province. Potevano essere trovate altre soluzioni, equilibrate, di modifica dell'assetto istituzionale, ascoltando le osservazioni, le proposte, le critiche emerse perfino nel seno della maggioranza. Si è preferito forzare la mano creando un confuso pasticcio istituzionale, non privo di seri pericoli. La revisione sarà oggetto di referendum popolare nel prossimo autunno, ma la conoscenza in proposito è scarsissima. I cittadini, cui secondo Costituzione appartiene la sovranità, non sono mai stati coinvolti nella discussione. Domina la scena la voce del governo che ha voluto e dettato al Parlamento questa deformazione della Costituzione, che viene descritta come passo decisivo per la semplificazione dell'attività legislativa e per il risparmio sui costi della politica: il risparmio è tutto da dimostrare e la semplificazione non ci sarà. Avremo invece la moltiplicazione dei procedimenti legislativi e la proliferazione di conflitti di competenza tra Camera e nuovo Senato, tra Stato e Regioni.

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di Giorgio Agamben pubblicato su Le Monde il 27 dicembre 2015 sulla tribuna "Bisogna costituzionalizzare lo Stato d’emergenza?". Tradutto in italiano da Riccardo Antoniani e pubblicato su Il Sole24ore il 24 gennaio 2016.

Depoliticizzazione, rinuncia alla certezza delle leggi, paura: così si negano le libertà per rispondere al terrorismo

Non si può comprendere la reale posta in gioco nella proroga di tre mesi dello stato d’emergenza in Francia, se non la si situa nel contesto d’una trasformazione radicale del modello statale cui siamo avvezzi. Occorre innanzitutto smentire le affermazioni di politici irresponsabili, secondo i quali lo stato di eccezione sarebbe un baluardo per la democrazia. Gli storici sanno perfettamente che è vero il contrario.

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di Bubo

Al Bancaccio, il 23 gennaio 2016 Presidenti, Assessori, Consiglieri, dei Municipi di Roma attivisti, cittadini, militanti. per discettare da par loro sule esperienze di governo del centrosinistra per il rilancio della Capitale

S’impone una rapida fuga dal sommamente inutile

Intanto, il modo in cui queste persone salgono in cattedra presentandosi: “siamo quelli che si impegnano … coloro che hanno reagito …. coloro che si sono fatti carico …. coloro che non si fermano”. Insomma, coloro che, hanno “messo al centro della loro azione gli interessi di Roma”.

Accidenti! C’è da chiedersi perché poi siamo in una situazione drammatica, con una città commissariata ( ed è solo un eufemismo puerile definire tale commissariamento ademocratico), una situazione sociale drammatica, servizi pubblici, a cominciare dalla mobilità (della quale mi occupo) al collasso, l’indisturbato scorazzare nella città di bus turistici e non solo, problemi gravissimi di convivenza con immigrati, rom, rifugiati.

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di Alfiero Grandi

La campagna referendaria é partita.
Consapevole o meno Renzi, con la sua affermazione che il suo futuro personale é legato all'esito del referendum sulle modifiche costituzionali, contribuisce a destare interesse per un appuntamento politico che molti elettori neppure sapevano ci sarebbe stato. Naturalmente sovrapporre il suo destino all'esito del referendum da parte di Renzi é strumentale, per mettere il merito del referendum in secondo piano, per sfuggire alle accuse di stravolgere la Costituzione nata dalla Resistenza, puntando ad una sorta di Sindaco d'Italia o, come dicono altri, ad un premierato forte mascherato.
Renzi lo fa puntando a trasformare questo appuntamento in un referendum su di lui piuttosto che sullo stravolgimento della Costituzione che è il vero oggetto del referendum.
Questo tentativo strumentale va respinto. Gli elettori saranno chiamati a votare sulle modifiche della Costituzione che é cosa ben più importante del destino di Renzi.

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di Alfiero Grandi

Il 2015 si chiude con l'iniziativa, su diversi fronti, per arrivare a referendum contro provvedimenti del governo che Renzi stesso considera caratterizzanti.

Del resto nella conferenza stampa di fine anno Renzi ha confermato che in autunno cercherà un plebiscito a suo favore sulle modifiche della Costituzione. E' una sfida che dovrebbero prepararsi a raccogliere quanti non condividono le scelte del governo e che dovrebbe far venire qualche dubbio alla parte del Pd non ancora normalizzata.

Perché si sta aprendo una stagione referendaria contro il  governo Renzi ?

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di Bruno Ceccarelli

All’indomani dei risultati del primo turno delle elezioni regionali francesi, i commenti della destra nel nostro paese, a partire da Salvini, sono scoppiettanti. A sinistra si avverte un mutismo che denota disorientamento e la presa di distanza dall’avvenimento. A loro volta i media, in sintesi e con analisi spicciola, avvertono che l’Isis spinge a destra la Francia e l’Europa.

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di  Bruno Ceccarelli

Il grande Eduardo De Filippo è certamente fra i giganti della cultura italiana del novecento. E’  stato drammaturgo, attore, regista e sceneggiatore. E pure poeta. Ci ha lasciato alcune poesie, davvero stupende, con profondi significati.  

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Venerdì, 20 Novembre 2015 13:41

Attentati Parigi: Boulevard Voltaire

di Amalia Signorelli pubblicato su ilFattoquotidiano.Blog il 20 novembre 2015

Un caso, certo, ma un caso amaro, macabro ha voluto che le vittime di Parigi fossero massacrate dai fanatici integralisti dell’Is proprio nei pressi del Boulevard intitolato a Voltaire, al maestro della tolleranza, al filosofo simbolo di quella filosofia basata sui lumi della ragione, che è il più bel regalo che la Francia ha fatto all’Europa e al mondo.

Regalo che ora rischia di finire in cantina ad ammuffire tra polvere e ragnatele, scartato perché inutile.

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